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La liberazione di Lucia
Questo capitolo è il più lungo del romanzo, ricco di scene varie e di numerosi personaggi. Esso si apre nella camera di Lucia, la quale dopo essersi svegliata e ricordata del suo stato di infelicità, chiede alla vecchia serva dov’era il suo padrone. In quel preciso istante l’Innominato bussa alla porta e fa entrare per primi don Abbondio e la donna mandata dal cardinale. La povera ragazza rimane stordita e turbata a quella visione. Guarda don Abbondio con uno sguardo pieno di ira, mentre il curato cerca di rassicurarla dicendole che è venuto fin lì per salvarla. Ma il vero coraggio Lucia lo trovò nel sentire le parole rassicuranti della buona donna. Infine si fece avanti l’innominato, il quale dopo essersi accorto della reazione di ribrezzo da parte di Lucia nei suoi confronti, le chiese subito perdono. La ragazza commossa per l’atteggiamento del signore, decide di perdonarlo senza esitazione e i quattro escono dalla stanza per abbandonare il castello. Giunti in cortile, l’Innominato aiuta la donna e Lucia a salire sulla lettiga e don Abbondio a salire sul mulo. Così la comitiva parte per raggiungere il paese, seguita da un gruppo di bravi.
Stato d’animo di don Abbondio
Durante il viaggio don Abbondio era più sereno, ma altri motivi di paura sorgono nella sua mente. Lungo il tragitto montuoso lo irrita la mula, la quale poggia i suoi zoccoli sull’orlo del dirupo dandogli l’impressione di precipitare. Poi, pensa alla rivolta dei bravi quando verranno a conoscenza della conversione dell’Innominato e si vede già martirizzato. A valle inizia a tranquillizzarsi, ma subito immagina l’ira di don Rodrigo, il quale vorrà sfogarsi con qualcuno e don Abbondio è sicuro che sarà proprio lui a pagare per tutti, in quanto l’Innominato è troppo potente, Renzo è fuori tiro e Lucia è protetta dal cardinale. Ovviamente non vuole giustificarsi con don Rodrigo perché sarebbe come passare dalla “parte dell’inquità”. Non gli resta che sperare in Perpetua e alla sua capacità di far sapere in giro lapropria irresponsabilità negli eventi. Infine ha paura di dover spiegare tutto l’imbroglio al cardinale e pensa malinconicamente che dovrà passare gli ultimi anni della sua vita nell’inquietudine.
Arrivo al paese
Arrivati al paese la lettiga si dirige a casa della donna, mentre don Abbondio e l’Innominato si recano alla casa del parroco. Qui il prete abbandona il signore fingendo impegni urgenti. Quest’ultimo resta in casa ad aspettare il cardinale che torni dalla chiesa. Appena arriva nella casa del sarto, marito della buona donna, Lucia, dopo essersi riassettata, trova la corona del rosario attorno al suo collo e ricorda il voto fatto la sera precedente. Subito, pensando al suo amato Renzo, si pente del voto fatto, ma appena ricorda i tormenti vissuti quella notte il suo pentimento cessa e la ragazza rinnova il voto.
La famiglia del sarto
Ad interrompere il dramma interno di Lucia è il ritorno a casa del sarto, uomo dotato di una qualche cultura in quanto aveva letto alcuni libri famosi di quel tempo, con le sue due figlie e suo figlio, bambini molto chiassosi. Appena l’uomo vede Lucia la saluta con un’aria di venerazione e sedutosi a tavola racconta, interrotto dai figli, la predica del cardinale Borromeo e la commozione provata per la conversione dell’Innominato. Poi, il sarto interrompe il suo racconto per incaricare le figlie di portare delle vivande a Maria vedova e raccomanda alla figlia maggiore di non far passare quei doni come un gesto di elemosina. Lucia si commuove per quel gesto e sembra dimenticarsi del voto che aveva appena rinnovato. Poco dopo giunge il curato del paese per dare la notizia che il cardinale vuole incontrare Lucia e ringraziare il sarto e la moglie. Il curato chiede anche se è arrivata la madre della ragazza e Lucia a quella domanda reagisce con un pianto dirotto. Intanto Agnese è su un baroccio che la sta conducendo dove si trova la figlia. La donna è molto agitata perché il messaggero, che è stato mandato per prelevarla, ha accennato confusamente a un pericolo corso dalla figlia.
Agnese e don Abbondio
Durante il viaggio Agnese incontra don Abbondio, il quale le racconta tutti i fatti, rassicurandola che la figlia è in salvo. Poi, il curato si raccomanda con la donna di non dire nulla al cardinale del matrimonio mancato, ma la donna lo lascia senza promettergli nulla.
Incontro tra Lucia e Agnese
Ben presto Agnese arriva a casa del sarto e riabbraccia la figlia commossa. Lucia racconta alla madre la sua vicenda, tralasciando, per imbarazzo e per timore della madre, l’affare del voto. Agnese, invece, inveisce contro don Rodrigo, ma la figlia risponde che bisogna pregare per lui. Poi, la madre informa Lucia che Renzo è in salvo nel bergamasco e la giovane prova gioia e imbarazzo.
Arrivo del cardinale
Il discorso viene interrotto dall’arrivo del cardinale Borromeo. Agnese e Lucia davanti l’arcivescovo sono molto imbarazzate, ma vengono subito rasserenate dalle parole di quest’ultimo. Dunque Agnese inizia a raccontare tutta la vicenda accennando al matrimonio mancato, ma tralasciando le nozze clandestine. Allora Lucia, malgrado le occhiatacce della madre, racconta tutta la verità. Il cardinale la consola vedendo in questo pentimento un ulteriore merito della giovane. Successivamente, il discorso si sposta su Renzo e anche qui la giovane racconta tutta la verità a Federigo, il quale anche stavolta rassicura la ragazza dicendole che si interesserà di lui. Poi, il cardinale ringrazia il sarto e la sua famiglia, chiedendo un ultimo favore: di ospitare Lucia e Agnese per qualche altro giorno. La famiglia accetta e ricevuti nuovamente i ringraziamenti da parte dell’arcivescovo, il sarto cerca una frase ad effetto per congedare Borromeo, ma apre la bocca e dice solo un “si figuri!”. Infine, Federigo pensa di ricompensare il brav’uomo pagando a sua spese tutti i debiti che i paesani poveri avevano contratto con lui.
La fine della giornata dell’Innominato
L’ultima parte del capitolo è centrata sull’Innominato, il quale appena arriva al suo castello fa radunare tutti i suoi uomini in una sala grande. Dopo essersi riuniti, tutti i bravi ascoltano scossi e increduli il discorso del loro padrone. Quest’ultimo li invita a seguire il suo esempio, ma non li obbliga a seguirlo. Infatti, promette di trattare come figli chi lo segue e chi non accetta avrà lo stipendio dovuto e potrà abbandonare il castello. L’Innominato concede ai suoi uomini tutta la notte per pensarci; dopo essersi congedato e aver fatto la sua solita ispezione del palazzo si ritira nella sua camera. Qui, si accosta al letto e recita le preghiere che aveva imparato da bambino. Poi va a letto e si addormenta immediatamente.

Sequenza Tempo Luogo Personaggi Argomento
363 narrativa stessa data stanza dov'è rinchiusa Lucia Lucia, la vecchia serva Lucia supplica la serva di lasciarla andare; la vecchia cerca di rassicurarla
364 narrativa stessa data stesso luogo le stesse, l'innominato, don Abbondio, la buona donna l'innominato si fa aprire, ma resta all'esterno; entra la buona donna che consola Lucia; don Abbondio si fa riconoscere; entra anche l'innominato che chiede perdono a Lucia e lo ottiene
365 narrativa stessa data scale e cortile del castello l'innominato, Lucia, la buona donna, don Abbondio (più il lettighiero e l'aiutante del cardinale, bravi) guidati dall'innominato, tutti raggiungono il cortile; la buona donna e Lucia entrano nella lettiga; l'innominato e don Abbondio salgono sulle mule
366 narrativa stessa data strada dal castello al paese dov'è il cardinale gli stessi viaggio di ritorno; dialogo tra la buona donna e Lucia; paure di don Abbondio
367 narrativa stessa data paese, nei pressi della chiesa gli stessi, folla in chiesa la comitiva giunge al paese e si divide
368 narrativa stessa data canonica l'innominato, don Abbondio appena giunto, don Abbondio si congeda dall'innominato fingendo impegni urgenti e riparte per il suo paese
369 narrativa stessa data casa della buona donna Lucia, la buona donna la buona donna fa accomodare Lucia, la conforta, le offre un brodo; Lucia ricorda il voto di castità e lo conferma
370 narrativa stessa data stesso luogo le stesse, il marito della buona donna, i figli l'uomo e i bambini rientrano dalla chiesa
371 descrittiva il marito che è il sarto del paese ritratto del sarto, che è anche un 'letterato'
372 narrativa stessa data stesso luogo Lucia, la buona donna, il marito della buona donna, i figli il sarto saluta cordialmente Lucia; si mettono tutti a tavola; il sarto riferisce la predica del cardinale, poi invita una bambina a portare un po' di minestra a una vedova
373 narrativa stessa data stesso luogo gli stessi, il curato del paese il curato avverte che il cardinale vuole vedere Lucia e ringraziare il sarto; chiede a Lucia se sia giunta sua madre
374 narrativa stessa data strada tra il paese di Lucia e quello dov'è il cardinale Agnese, il messo del cardinale Agnese, informata dal messo, viaggia con lui verso il paese dov'è Lucia
375 narrativa stessa data stesso luogo gli stessi, don Abbondio Agnese incrocia don Abbondio, è informata che Lucia è in salvo; don Abbondio le raccomanda di non far cenno al cardinale del mancato matrimonio
376 narrativa stessa data casa del sarto Lucia, Agnese, il sarto con la sua famiglia Agnese ritrova Lucia; colloquio tra le due
377 narrativa stessa data canonica del paese il cardinale, l'innominato, diversi preti l'innominato avvisa il cardinale che Lucia è arrivata; pranzo; dopo un colloquio l'innominato parte
378 narrativa stessa data stesso luogo il cardinale, il curato del paese il cardinale convoca il curato e gli esprime l'intenzione di far visita a Lucia
379 narrativa stessa data tra la canonica e la casa del sarto gli stessi, folla, il sarto intorno al cardinale che va da Lucia si affollano i paesani; il sarto rientra a fatica in casa
380 narrativa stessa data casa del sarto il cardinale, il curato, Lucia, Agnese, la famiglia del sarto il cardinale rivolge parole di conforto a Lucia; Agnese lo informa del mancato matrimonio; Lucia riferisce del matrimonio per sorpresa; congedo del cardinale dal sarto
381 narrativa stessa data canonica il cardinale, il curato il cardinale si informa di come compensare il sarto
382 narrativa stessa data esterno e cortili del castello dell'innominato l'innominato, i suoi bravi l'innominato, rientrato al castello, convoca i bravi nella sala grande
383 narrativa stessa data sala grande del castello gli stessi l'innominato comunica la sua conversione e revoca tutti gli ordini delittuosi; lascia i bravi liberi di restare o andarsene; poi li congeda
384 narrativa stessa data castello l'innominato l'innominato perlustra il castello
385 narrativa stessa data camera dell'innominato l'innominato l'innominato, ritiratosi, prega; poi si addormenta

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